Come fare il berlingozzo con anice


Il berlingozzo è un dolce da forno tipico della Toscana, una ciambella molto soffice e dal colore ambrato, fatta con ingredienti semplici, quali: uova, farina, zucchero, olio di oliva, lievito, scorza di un limone o  una arancia grattugiata, del liquore o semi di anice e il tradizionale vinsanto (che gli conferisce un odore e un sapore impareggiabile).

Oggi, noi della Cucina di Bacco vi spieghiamo come fare il berlingozzo con anice

 

Berlingozzo: quando e dove si prepara?

Il berlingozzo, nato per festeggiare il Carnevale, è diffuso oltre che a Firenze e a Pistoia, anche nell’Umbria settentrionale, e in particolare nell’Alta Valle del Tevere, dove gli viene dedicata una sagra paesana, a Pitigliano, frazione del comune di San Giustino.

Ma è grazie a Lamporecchio che il berlingozzo è divenuto così celebre: gli abitanti del luogo ne rivendicano perfino la paternità. Infatti, è formato dagli stessi ingredienti dei brigidini – cialde croccanti e molto aromatiche, tipiche di Lamporecchio e aromatizzate all’anice –  che vengono cotti su piastre invece in forno.

 

Berlingozzo: le origini

Il berlingozzo, che in passato si preparava con della pasta di zucchero e farina intrisa con uovo, ha origini antichissime: si pensa risalga al 400, quando veniva consumato il Giovedì Grasso, giorno chiamato anche del “berlingaccio”, termine da cui questa ciambella sembrerebbe aver preso il nome…

Alcuni studiosi affermano invece che la parola “berlingozzo” derivi dal nome di una maschera carnevalesca in uso nel 400 a Firenze, chiamata anch’essa “berlingaccio”.

A sua volta il termine “berlingaccio” deriva dal tedesco “bretling”, ovvero, “tavola”. Quella tavola su cui, proprio il Giovedì Grasso era tradizione abbuffarsi e bere del buon vinsanto prima di astenersi completamente dal mangiar carne e seguire il periodo di digiuno imposto dei precetti religiosi quaresimali.

Il verbo” berlingare”, arrivato fino ai giorni nostri tramite le opere dei poeti cinquecenteschi, come Boccaccio e Sacchetti, voleva dire appunto – nel dialetto toscano – divertirsi e spassarsela a tavola, sinonimo che sembra essere stato molto in voga anche alla corte di Cosimo I, a Firenze, dove il verbo veniva usato molto spesso e dove, tra l’altro, il berligozzo veniva servito durante lauti banchetti, ma non come dolce, come antipasto.

Il termine “berlingatore”, invece, aveva una doppia eccezione: esso infatti veniva usato sia per indicare il “mangione” sia l’abbuffarsi o il ciarlare a tavola.

C’è poi chi sostiene che la parola “berlingozzo” derivi “Berlinghieri”, il cognome di un paladino di Carlo Magno che le cronache del tempo raccontano essere stato un gran bevitore, oltre che naturalmente un gran mangiatore.

I cronisti del Quattrocento sostengono, tra l’altro, che tra i popolani, durante il Carnevale, fosse consuetudine il vezzo di portare la ciambella legata al collo, quasi a voler sottolineare uno stravizio con cui festeggiare la fine dei giorni di baldoria.

Non tutti sanno che i maggiori festeggiamenti del Carnevale sono tradizionalmente compresi nella “settimana dei sette giorni grassi” che si conclude con il mercoledì delle Ceneri e che lascia il posto al periodo Quaresimale. Il Giovedì grasso, ossia il Berlingaccio, viene considerato la festa degli stravizi. A Firenze, in particolare, anche se la tradizione sta andando lentamente sfumando, si usa far festa tutti insieme mangiando la tipica schiacciata alla fiorentina, i cenci cosparsi da zucchero a velo, Chianti e, ovviamente, il Berlingozzo! Da qui, il famoso detto che dice: “A Berlingaccio chi non ha ciccia ammazzi il gatto!”,  ovvero anche i poveri che non possono permettersi la carne come i signori, trovino il modo di farlo ad ogni costo!


Al Berlingozzo furono dedicate anche delle poesie come quella che segue:

«Donne, noi siam giovani fornai,
de l’arte nostra buon’ maestri assai:
Noi facciam berlingozzi, e zuccherini»

Lorenzo de’ Medici
Canzona de’ fornai, dai Canti carnascialeschi

Lorenzo il Magnifico poi, lo citò persino in una lettera indirizzata alla nonna, la Contessina Bardi de’ Medici in cui rivela anche la ricetta originale.

 

Come si prepara il berligozzo: la ricetta originale

Ingredienti
2 uova intere
200 grammi di zucchero semolato
2 rossi d’uovo
una bustina di vanillina
un bicchierino di liquore all’anice
400 grammi di farina 00’
una bustina di lievito per dolci
una arancia oppure un limone
olio di oliva
un bicchiere di vinsanto
sale
diavoletti o zuccherini colorati per guarnire.

 

Preparazione del Berlingozzo

  • Una scodella capiente sbattete le uova intere con i rossi e lo zucchero semolato con l’aiuto di uno sbattitore elettrico.
  • Subito dopo, unitevi anche mezzo bicchiere di olio di oliva, il lievito per dolci, la vanillina, un bicchiere di Vinsanto, la buccia grattugiata del limone o dell’arancia, il liquare all’anice e un pizzico di sale.
  • Mescolate con cura tutti gli ingredienti tra loro e poi aggiungente piano piano tutta la farina, rimestando nuovamente per ottenere un impasto compatto e senza grumi.
  • Procuratevi uno stampo per ciambelle e imburratelo e infarinatelo per bene.
  • Versate uniformemente il composto nello stampo e cospargetelo di zuccherini o diavoletti colorati.
  • In ultimo, mettete il tutto in forno a 160°C per circa 40 minuti, senza aprire mai lo sportello.

 

 


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